martedì 24 dicembre 2013

Il gioco delle tre carte



Quest’ultimi giorni per Acea, ama, atac e i Lavoratori di queste aziende sono stati incredibili. È successo tutto e il contrario di tutto. La gentile Sen. Lanzillotta, già famosa a Roma per aver privatizzato la Centrale del Latte, ha presentato due emendamenti: uno che obbligava il Comune a vendere quote di Acea e un secondo nel quale le aziende in crisi avrebbero potuto licenziare per motivi economici. Tutti i partiti hanno votato in commissione per poi indignarsi negando perfino l’evidenza. Un terzo punto della norma, che ha “scatenato una rivolta” del PD romano e del Sindaco Marino, era la possibilità per il Comune di aumentare dello 0.3% l’IRPEF ai romani (il mancato aumento vale tra 130 e 150 milioni di euro). Il passaggio successivo poi è stato quello di eliminare gli emendamenti incriminati e tutti ad esultare sui giornali e in tv con dichiarazioni di giubilo per la ‘’battaglia vinta’’.
Come ha ovviato al mancato aumento IRPEF il Sindaco Marino? Un taglio per ama di 160milioni di euro (più circa 70 di iva)! L’attacco a Roma e alle sue aziende da parte di tutti i rappresentanti politici in gioco è da capire se sia intenzionale (e quindi deprecabile e da combattere) o non compreso appieno da tutti (e quindi ancora più pericoloso). Capiamo meglio; la soppressione sacrosanta di detti commi è un bene per tutti. Il problema che PD romano,  M5S, SEL e tutti i finti protettori dei Lavoratori fanno finta di non notare, è che resta in piedi il comma relativo all’estensione del patto di stabilità alle aziende appartenenti e/o partecipate dal comune. Questo significa che sulla gestione dei crediti da parte del Comune verso le società partecipate varranno le condizioni del patto di stabilità. Patto che prevede inoltre il fatto che, attraverso criteri pazzeschi, molti Comuni pur avendo i soldi in cassa non possono spendere. Patto secondo il quale l’azienda non potrà affrontare nuovi investimenti fondamentali in questo momento come la costruzione di nuovi impianti per il multi materiale associati a nuovi piani di gestione per la raccolta rifiuti in grado di arrivare a livelli europei di raccolta differenziata.
Quindi il futuro di ama in mano a questi vili avvoltoi non può essere che nero. Quello che si cerca di fare da anni con ama è far andare l’azienda sempre peggio in maniera scientifica: piani gestionali assurdi o inesistenti, scelta del gruppo dirigente per appartenenza politica o familiare, mancanza di ogni futuribile risoluzione dei problemi in essere, sono solo un metodo per affossare un’azienda che fa gola a molti. L’unico modo per convincere il cittadino medio che la privatizzazione sia l’unica soluzione a tutti i mali è la costruzione dell’emergenza. Il continuo screditamento dei Lavoratori ama è solo un ulteriore modo per annientare un’azienda che invece rappresenta una risorsa per i cittadini, un Bene Comune!
Noi Lavoratori Autoconvocati, come diciamo da tempo, crediamo che la gestione di ama debba essere tutt’altro. Crediamo che questa debba essere in mano ai Lavoratori e ai cittadini di Roma attraverso quindi la reale partecipazione dei soggetti che hanno a cuore la salvaguardia e il rilancio dell’azienda. È finito il tempo di sperare in quei soggetti politici che sono asserviti alle logiche del mercato e dei potentati economici che occultamente governano sostenendo il centrodestra o il centrosinistra di turno. E’ ora che i lavoratori si prendiamo la responsabilità di imporre le scelte ad ama secondo i bisogni reali dei cittadini.
Prepariamoci dunque ad un futuro di Lotta e Rivendicazioni, perché altrimenti saremo noi i primi complici di questa scelte!

 Lavoratori Autoconvocati ama



1 commento:

  1. La sig.ra Lanzillotta se davvero volesse porre rimedio alla scandalosa gestione delle municipalizzate romane, può cominciare col rimuovere i vari dirigenti fossilizzati nelle aziende capitoline ormai da anni. Dirigenti sistemati da quel sistema politico che consente anche alla sig.ra Lanzillotta stessa, di sedere sui banchi del nostro Parlamento. A questo punto può sembrare incredibile, ma da immemorabile tempo siamo qui a ripetere queste cose, ma nulla sembra cambiare. Questa nostra classe politica aggredisce tutto quello che trova davanti. Prossimamente saremo chiamati a difendere i nostri beni comuni in modo sempre più duro.
    Fabrizio Cobas

    RispondiElimina